Reuse and innovation for e-commerce packaging

L’e-commerce ha visto una crescita straordinaria nell’ultimo decennio e si è ormai consolidato nelle abitudini dei consumatori. In Europa, le vendite online nel canale business-to-consumer (B2C) hanno raggiunto, nel 2024, un giro d’affari di 887 miliardi di euro, salito del 3% sul 2023, e in Italia, per i soli prodotti, si stima arriverà a 40 miliardi di euro nel 2025, in aumento del 6% rispetto all’anno precedente (fonte Netcomm). La sua diffusione è destinata a proseguire anche in futuro, con la necessità di utilizzare volumi di imballaggio sempre maggiori e, proprio per questo, possibilmente, sempre più sostenibili e riutilizzabili.

Le politiche europee per i prossimi anni, attraverso il Regolamento UE 2025/40 relativo a imballaggi e rifiuti di imballaggio, mirano quindi a favorire il riuso, prevenire l’impiego superfluo di imballaggio, migliorare la riciclabilità e promuovere l’adozione packaging contenente quote di materiale riciclato. Nel caso specifico del riutilizzo, all’articolo 29 del documento, viene stabilito che entro il 2030, almeno il 40% degli imballaggi impiegati per il trasporto di prodotti, anche in ambito e-commerce, dovrà essere riutilizzabile e inserito in un sistema organizzato di riuso. Obiettivo che salirà al 70% entro il 2040.

A livello di materiali, il cartone ondulato rappresenta oggi la maggior parte degli imballaggi dell’e-commerce e la sua importanza è tale da far sì che numerosi impianti prima adibiti alla produzione di carta grafica (per la quale i mercati di sbocco sono in crisi già da diversi anni) si siano riconvertiti a quella di packaging per le vendite online. A seguire, troviamo le materie plastiche e, in misura più ridotta, gli altri materiali (p.e. carta, plastiche biodegradabili, tessuti, legno, vetro, etc.). In Italia, si stima che gli imballaggi immessi sul mercato e-commerce siano per il 90% in cartone ondulato, per l’8% in materie plastiche e per il 2% in altri materiali (fonte MeteorSpace), ma le differenze tra le aree o altre nazioni possono essere significative.

Il cartone è già di per sé un materiale completamente riciclabile con un contenuto significativo di riciclato e, in quanto tale, è escluso dai target dell’art. 29 del Regolamento UE 2025/40, le plastiche (ma non solo), invece, si stanno prestando allo sviluppo e alla sperimentazione di possibili sistemi di riutilizzo, soprattutto nel Nord Europa. 

Uno dei primi progetti pilota in questo ambito è stato quello attuato dalla piattaforma online europea Zalando nel 2019, per testare l’impiego di imballaggi riutilizzabili nella consegna dei prodotti in Finlandia, Danimarca, Norvegia e Svezia. Nel sistema implementato, il coinvolgimento diretto dei clienti aveva un ruolo fondamentale. In assenza di richieste di resi, infatti, veniva chiesto loro di piegare le buste, apporvi una specifica etichetta e imbucarle in una casella postale per poi essere consegnate al centro logistico. Al termine del progetto, tuttavia, si è osservato un tasso di ritorno degli imballaggi piuttosto basso, per lo più dovuto alla mancanza di informazioni adeguate agli utenti, alla scomodità del processo di restituzione e alla mancanza di incentivi. Nella fase successiva si è quindi cercato un maggior coinvolgimento dei consumatori e questo ha portato ad un aumento del tasso di ritorno, arrivato al 52%[1]; un livello, comunque, nettamente inferiore ai tassi di riciclo.

Più recentemente, nel 2024, Amazon ha avviato una collaborazione (tutt’ora in corso) con la startup francese Hipli e la danese Re-Zip per implementare nuove soluzioni per testare i tassi di restituzione, la durata e i tempi di elaborazione presso le sue strutture logistiche degli imballaggi riutilizzabili in Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Austria. Entrambi i fornitori coinvolti nel progetto spediscono pacchi che partono da magazzini in Francia, ma impiegano tipi di imballaggi e sistemi di restituzione diversi.

Nel dettaglio, Hipli si serve di pacchi realizzati in plastica riciclata che possono essere piegati dai consumatori dopo la consegna e rispediti tramite posta per essere riusati. Re-zip utilizza invece nella sperimentazione scatole di cartone, che possono essere restituite presso centri di spedizione o negozi al dettaglio. I clienti indicano tramite app le loro preferenze per il ritiro e, una volta restituiti, gli imballaggi tornano al magazzino per essere puliti. Le scatole possono essere utilizzate da due a quattro volte, a seconda dei danni e del tasso di restituzione. Quando il reimpiego non è più possibile, le scatole sono riciclate come rifiuti domestici.

Diversi studi cercano di quantificare i benefici ambientali derivanti dal riutilizzo degli imballaggi, anche se molto spesso i risultati ottenuti non possono essere trasferiti ad altri contesti a causa della limitata letteratura in materia, di dati e informazioni poco dettagliate, delle specifiche fasi della filiera considerate o del comportamento dei consumatori. In ogni caso, sul piano economico, il packaging riutilizzabile tende ad essere più costoso di quello tradizionale. Si stima, ad esempio, che il costo di una busta in polipropilene sia superiore del 36% rispetto a una scatola di cartone ondulato[2]. Di conseguenza, il loro impiego è generalmente uno sforzo per il retailer online, che dovrebbe quindi individuare un modello di business adeguato (ad esempio, un sistema di deposito, in cui paga solo la prima volta che usa l’imballaggio riutilizzabile, o un sistema pay-per-use, in cui il retailer paga ogni volta che lo usa).

Non pare tuttavia che finora siano state sviluppate analisi costi-benefici complessive ed approfondite che permettano di valutare compiutamente la soluzione del riuso rispetto a quella del riciclo.

Questo modello, peraltro, è ancora in una fase sperimentale in buona parte d’Europa e le effettive potenzialità derivanti dell’impiego di packaging riutilizzabile nell’e-commerce sono ancora da valutare approfonditamente. Un’analisi scientifica ed oggettiva, nelle diverse condizioni e ambiti di utilizzo, pare ancor più necessaria alla luce dell’inarrestabile crescita delle vendite online e dei target UE previsti per i prossimi anni.


[1] Zalando, Sustainability Progress Report 2020, Berlino, 2021.

[2] Gonzales Romero I., Buldeo Rai H., Ortiz Bas A., Prado J.C., Can reusable packaging revolutionise e-commerce? Unveiling the environmental impact through a comparative carbon footprint analysis, 2024.