La crescente digitalizzazione sta spingendo sempre più la diffusione dell’elettronica di consumo e dell’e-commerce, con una crescita dei relativi rifiuti. Nel 2024 in Italia sono state raccolte 540.854 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), per una percentuale di raccolta differenziata (RD) del 29,64%, in calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente[1]. Nonostante tale flusso consenta il recupero di materiali considerati strategici dall’Unione Europea, si tratta di una percentuale ancora lontana dall’obiettivo del 65% entro il 2019 previsto dalla direttiva 2012/19/UE, recepita a livello nazionale dal D.Lgs. n. 49 del 14 marzo 2014. Le ragioni di questo ritardo sono diverse e, tra le principali, vi è il cosiddetto “free riding”, che vede aziende internazionali vendere prodotti elettrici-elettronici in Italia senza farsi carico dei costi del loro fine vita. Sono imprese non iscritte ad alcun Registro RAEE nazionale che commercializzano i propri prodotti nei mercati comunitari, senza quindi contribuire alla loro raccolta e recupero una volta che questi diventano rifiuto.
Il fenomeno non è peculiare del solo settore italiano, ma è presente anche a livello comunitario e in altre nazioni extra-europee, e può riguardare piccole aziende ma è frequente soprattutto nell’ambito delle vendite online e, come tale, è accentuato dalla crescita significativa che queste stanno avendo. Nel 2024, ad esempio, il valore degli acquisti “business to consumer” (B2C) degli italiani si attestava sui 58,8 miliardi di euro (in aumento del 6% sul 2023) e si prevede che supererà i 62 miliardi di euro nel 2025, con un ulteriore incremento del 6%[2].
Negli anni, istituzioni, sistemi di gestione e attori di diversa natura hanno cercato di creare network di operatori e stipulare accordi per cercare di limitare il free riding. Nel primo caso, un esempio è quello dello European WEEE Registers Network (EWRN), gruppo a cui possono partecipare tutti i soggetti iscritti ai Registri Nazionali per scambiarsi informazioni relative all’interpretazione delle norme europee e per identificare i free rider. Il secondo include l’accordo di programma, siglato nel 2022, tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e alcuni consorzi italiani per la sperimentazione di un modello di Responsabilità Estesa del Produttore per le piattaforme online, con focus su RAEE e batterie[3]. Nella Strategia 2024 il CdC RAEE segnala di avere in cantiere protocolli in materia di free riding e di esportazioni illegali di RAEE con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e la Guardia di Finanza. Ancor più recentemente, nel giugno di quest’anno, è stato firmato un protocollo d’intesa tra l’Agenzia delle Dogane e ERP Italia, che prevede un programma di formazione per i funzionari doganali, finalizzato a migliorare l’individuazione dei prodotti non conformi alla normativa vigente.
Ancora nel 2025, tuttavia, l’UE ha pubblicato un documento di valutazione dei risultati conseguiti dalla direttiva 2021/19/EU (“Study supporting the evaluation of Directive 2012/19/EU on waste electrical and electronic equipment, WEEE”), in cui è riconosciuta una preoccupazione sempre maggiore verso il free riding nel contesto delle vendite online. Gli impatti che questo ha sul mercato comunitario, infatti, sono molteplici e creano distorsioni nella concorrenza, imponendo oneri eccessivi ai produttori e ai distributori che rispettano gli obblighi previsti dalle normative, rendendoli così meno competitivi rispetto ai soggetti non conformi.
Nel quadro descritto si colloca la recente Legge n. 166 del 14 novembre 2024, che ha introdotto, tra le altre cose, l’art. 14-ter, secondo cui “qualsiasi produttore che immetta sul mercato nazionale, anche per conto di terzi, attraverso piattaforme di commercio elettronico, un prodotto per il quale è istituito un regime di responsabilità estesa del produttore è soggetto alla responsabilità medesima e adempie ai relativi obblighi”. L’articolo stabilisce anche che i marketplace sono tenuti ad offrire obbligatoriamente un servizio di conformità ai propri seller, grazie ad un accordo con un sistema collettivo. È così introdotta una semplificazione importante per i venditori terzi che operano attraverso piattaforme e-commerce, con un duplice obiettivo. Si vuole, da un lato, contrastare il fenomeno del free riding e, dall’altro, facilitare il rispetto degli obblighi per realtà piccole o meno strutturate, che spesso non hanno le informazioni o le competenze necessarie per gestire autonomamente gli adempimenti e devono quindi iscriversi a un compliance scheme.
In questo quadro, al Registro nazionale dei produttori è stata aggiunta una sezione apposita in cui sono iscritti i gestori di piattaforme e-commerce. Secondo la Legge, questi avrebbero dovuto stipulare un accordo con un sistema collettivo entro febbraio/marzo 2024. Da quel momento, si è aperta una fase di massimo 12 mesi per realizzare i processi operativi necessari all’attivazione del servizio per i venditori online in riferimento alle filiere già regolate (RAEE, pile, oli, pneumatici e in parte imballaggi). Ciò significa che, da qui a febbraio 2026, i marketplace dovranno essere in grado di trasmettere ai sistemi collettivi i dati di immesso al consumo dei propri venditori terzi. Alcuni operatori hanno già concluso questa fase preparatoria e sono pronti a raccogliere le adesioni e a offrire il servizio, mentre tutti gli altri dovrebbero accelerare per riuscire a garantire in tempo la propria conformità.
Inoltre, nel caso in cui il principio EPR venga esteso a nuove filiere (ad esempio, tessile e arredo), i gestori di piattaforme e-commerce saranno tenuti ad estendere anche a queste quanto stabilito dalla normativa una volta entrate in vigore le relative disposizioni.
La Legge n. 166 del 14 novembre 2024 è quindi l’ultimo tassello di un percorso complesso per arginare il free riding nel settore dei RAEE e riuscire, finalmente, ad avvicinarsi all’obiettivo di raccolta del 65%, garantendo, al contempo, una concorrenza leale tra i diversi operatori attivi sul mercato.
[1] CdC RAEE, Rapporto gestione RAEE 2024.
[2] Fonte: Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano.
[3] https://www.mase.gov.it/portale/documents/d/guest/decreto_188_13-10-2022-pdf.