Il settore italiano della gestione dei rifiuti sta attraversando una delicata fase di transizione, caratterizzata, da un lato, dalla crescita dei player industriali e, dall’altro, dal persistere di criticità nel quadro normativo e di governance. Aggregazioni, razionalizzazioni e casi di eccellenza nell’intera filiera si accompagnano a situazioni ancora inadeguate rispetto ai target ambientali.
Il WAS Annual Report 2017 traccia il quadro del comparto, rileva investimenti e operazioni straordinarie per delineare le tendenze strategiche prevalenti. Lo scopo è disegnare le linee salienti di una strategia nazionale per i rifiuti al 2030.
Il rapporto esamina lo scenario competitivo, considerando i 100 maggiori player della raccolta dei rifiuti urbani. Da un lato, cresce il peso delle grandi multiutility, mentre, dall’altro, permane una marcata frammentazione con una miriade di piccoli operatori. Allo stesso modo il segmento della selezione si sta concentrando, grazie anche alle strategie di integrazione lungo la value chain dei grandi player. Nel complesso dei due segmenti, il settore nel 2016 assomma 9,6 miliardi di euro di valore della produzione e oltre 200 imprese.
Nel 2016 sono state censite 45 operazioni straordinarie, finalizzate sia a crescere tramite acquisizioni che a razionalizzare i portafogli delle partecipazioni esistenti. Alcune aggregazioni sono altresì sorte per rispondere alle prescrizioni normative sugli ambiti territoriali ottimali.
Le tendenze strategiche sono diversificate e, accanto ai già avviati processi di industrializzazione e consolidamento guidati dai top player, si affacciano alcuni tentativi di ritorno sui territori, con un ruolo più attivo dei Comuni tramite il modello in house e realtà totalmente pubbliche. Se le aggregazioni e la crescita industriale proseguono e accelerano, restano però situazioni arretrate, sia dal punto di vista gestionale che ambientale.
I comparti del waste management delle principali nazioni europee mostrano differenze sensibili tra loro, sia normative, che di governance ed industriali. Germania, Francia e Regno Unito hanno però tutte imprese grandi e internazionalizzate, la cui crescita è stata sicuramente agevolata da politiche e assetti di governance più stabili ed equilibrati di quelli italiani.
Il disegno di una strategia nazionale per i rifiuti è, pertanto, necessario per l’Italia in vista dei nuovi obiettivi europei. Si tracciano, quindi, alcuni possibili scenari al 2030 per il waste management italiano, valutando in particolare l’adeguatezza del sistema impiantistico nazionale. La strategia, oltre a dover prevedere elementi già noti, come la stabilità normativa, un’Autorità di regolazione nazionale indipendente e un adeguato piano infrastrutturale, deve puntare a supportare l’industrializzazione, agevolare i processi di aggregazione e creare le condizioni per finanziare gli investimenti.