L’ industria energetica ed elettrica in Italia e nel mondo sta attraversando una fase di forte cambiamento.
Muta il fuel mix e la struttura del parco di generazione, passato in Italia in pochi anni da circa 3.000 grandi impianti a oltre 700.000 distribuiti sul territorio.
Si evolve il quadro competitivo e cresce l’internazionalizzazione delle imprese italiane, mentre il progresso tecnologico rende i costi di generazione competitivi con le fonti tradizionali. In Europa cambiano le policy e i modelli di sviluppo delle rinnovabili, con gli impianti utility scale che cedono il passo a quelli di piccola e media taglia e alla generazione diffusa.
Cambiano anche le grandi utility europee, con una mutazione tecnologica e dei modelli di business che va ben oltre le trasformazioni indotte dalle liberalizzazioni degli anni Novanta.
Gli investimenti si spostano quindi verso le aree emergenti del mondo, ricche di risorse naturali e con la domanda elettrica in crescita. Questa globalizzazione è trainata dai grandi player energetici, ma coinvolge anche molte medie e piccole pure renewable cresciute in Italia grazie alle politiche di sostegno degli anni scorsi.
L’avvento delle rinnovabili, passate da nicchia a pivot del settore, trasforma anche il mercato elettrico: dalla formazione dei prezzi al suo funzionamento; dall’adeguatezza del sistema agli effetti sul dispacciamento. Proprio le rinnovabili pongono con forza la necessità di un nuovo market design.
La digitalizzazione delle reti consentirà soluzioni smart, cambiando i modelli di produzione e quelli di consumo. Questa trasformazione sta poi facendo evolvere la filiera tecnologica italiana, con lo sviluppo di nuovi sistemi e modelli di business.
In questo quadro, l’Irex Report 2016 si articola su cinque aree principali:
- gli investimenti italiani nel 2015, sia di crescita interna che esterna, e i trend strategici prevalenti;
- la valutazione degli economics di eolico e fotovoltaico in Europa;
- le prospettive di alcuni dei mercati extra europei più attrattivi;
- l’evoluzione del sistema elettrico italiano e il ruolo delle rinnovabili;
- le nuove frontiere dell’industria elettrica italiana con l’emergere di una filiera tecnologica innovativa.
Gli investimenti italiani nel 2015, sia di crescita interna che esterna, registrano 140 operazioni per 6.231 MW (+31,5% rispetto al 2014) e 9,9 miliardi di investimenti. Le operazioni di crescita esterna superano quelle per linee interne, contando per il 53% del totale. La crescita interna segna 2.402 MW e 3,77 miliardi di investimenti con due terzi delle operazioni all’estero. Al contrario, la crescita esterna si è focalizzata per il 75% sul mercato domestico e il 51% sono state acquisizioni. Nel 2015 è cresciuto anche il settore dell’efficienza energetica, con accordi strategici in ambito smart system e storage. Prosegue il consolidamento del settore e l’internazionalizzazione delle imprese. I primi dieci player per potenza in Italia coprono, infatti, il 39% delle operazioni, il 51% della potenza e il 46% degli investimenti. Le operazioni estere sono il 46% con 2.961 MW censiti, sopratutto eolici. Sono localizzate in larga parte in Centro-Sud America e in Africa, mentre l’Europa è stabile.
Continuano invece a diffondersi quelli di piccola-media taglia per i quali varie nazioni prevedono ancora politiche di sostegno, sia dirette che indirette. Laddove i ricavi superano i costi per le installazioni tra 10 e 100 kW, i LCOE variano tra gli 85,5 €/MWh (Sud della Francia) e i 115 (Regno Unito).
Il rallentamento dei mercati europei spinge gli investimenti verso le aree emergenti. America Latina e Africa sono le destinazioni prevalenti. Tra i Paesi più promettenti vi sono: Brasile, Cile, Perù, Stati Uniti, Messico, Marocco, Egitto, India, Giappone e Turchia. Disponibilità di vasti territori, alta producibilità e politiche favorevoli sostengono la profittabilità degli investimenti in queste nazioni.
Il sistema elettrico italiano si sta trasformando sia per il processo di convergenza tra i Paesi europei (Target Model) sia per alcune politiche nazionali su temi specifici: Capacity Market e riforma del MSD. La revisione del market design non può però prescindere da valutazioni sull’adeguatezza del sistema elettrico, attuale e futura. Le analisi per il 2015 e al 2025 mostrano una sostanziale capacità di fronteggiare i picchi di fabbisogno, mentre eventuali criticità sono gestibili con le attuali capacità di import e i potenziamenti delle interconnessioni previsti. Il parco impianti, inoltre, pare sufficientemente flessibile per gestire un’elevata generazione incomprimibile in momenti di basso carico. Possibili criticità nel lungo termine sarebbero gestibili con gli investimenti in corso e con la riforma del MSD attualmente in discussione.
Cala l’impatto degli sbilanciamenti di eolico e PV sui volumi scambiati sul MSD, pari nel 2015 al 9,7% rispetto all’11,5% dell’anno precedente.
Nonostante il calo dei prezzi, rimane significativo e si consolida l’effetto peak shaving del fotovoltaico, con una riduzione del PUN nelle ore di picco diurne di 586 milioni di euro.
La trasformazione del sistema elettrico, avviata con la crescita della generazione distribuita, sarà influenzata, oltre che dall’innovazione tecnologica, dal ruolo dell’autoconsumo e dalla riforma tariffaria.
Si aprono così nuove prospettive per la filiera tecnologica italiana. Gruppi internazionali attivi nel nostro Paese e piccole-medie imprese italiane innovative stanno cambiando l’industria elettrica nazionale. Componenti, tecnologie, sistemi di gestione e controllo nella generazione, così come smart grid, piattaforme di monitoraggio, soluzioni di telegestione ed efficienza energetica sono le nuove frontiere.