La gestione della crisi sanitaria e le tensioni dovute alla situazione in Ucraina complicano il quadro macroeconomico, già di per sé abbastanza delicato. Le stime sulla crescita del PIL mondiale sono state riviste al ribasso dal FMI. La crescita attesa passa al 4,4%, dopo il 4,9% previsto ad ottobre. Il 2022 inizia con l’economia globale che, in generale, si dimostra più debole rispetto alle aspettative di fine 2021. Per il 2023 il dato è del 3,8%, con un leggero aumento, subordinato ad un miglioramento della situazione pandemica nella maggior parte dei Paesi entro la fine di quest’anno.
Anche nell’Eurozona si va verso una revisione dei numeri. Il PIL aggregato dovrebbe crescere del 3,9% (-0,4% rispetto alle ultime stime). Sia Germania (+3,8%) che Francia (3,5%) hanno visto una riduzione rispetto alle ultime previsioni, rispettivamente pari allo 0,8% e 0,4%. Tra riaperture e propositi per l’anno nuovo, non si ferma l’inflazione, che, secondo l’Eurostat, raggiunge il 5,1% a gennaio.
Le stime invernali della Commissione Europea riguardo all’Italia hanno ridimensionato la crescita del PIL. Il dato è passato dal 4,3% al 4,1%. Anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che l’obiettivo nazionale sarà il raggiungimento di una crescita superiore al 4% nel 2022, dopo il 6,3% del 2021.
In seguito alle buone performance di dicembre, i listini europei hanno faticato a inizio 2021, con le tensioni geopolitiche e la crisi ucraina che hanno pesato sui mercati finanziari. Sono stati limitati i danni, ma tutte le principali piazze europee hanno segnato valori negativi: FTSE All-Share (-2,4%), DAX (-2,6%), CAC (-2,2%) e IBEX (-1,5%).
Nel comparto energia la situazione è decisamente più dinamica. Salgono di poco più del 17% sia i prezzi del Brent che del WTI, principalmente a causa delle forti preoccupazioni per un’eventuale riduzione dell’offerta, già limitata, da parte dei Paesi OPEC e della Russia. I prezzi raggiungono il loro massimo dal 2014, con il FTSE Italia Energia che riflette il fermento del settore e fa registrare un aumento del 5%.
A gennaio, la performance dell’indice IREX delle small mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana segue l’andamento generale del mercato globale, facendo registrare una variazione negativa del 4%.
La miglior performance del mese è di EEMS (+19,7%). Il titolo ha anche raggiunto un picco massimo del 66% nella seconda parte del mese. La crescita è arrivata in seguito all’annuncio della sottoscrizione del primo contratto per 200.000 metri cubi di gas naturale nel quadro di una strategia di diversificazione delle attività secondo un modello multiutility. La nuova attività di EEMS spinge in alto il prezzo delle azioni, in attesa di ulteriori conferme.
Ottimi risultati anche per Innovatec (+18,6%), Algowatt (+13%) e Iniziative Bresciane (+5,2%). Innovatec ha annunciato l’acquisizione di Sea S.p.A., azienda attiva nella raccolta, recupero e trattamento di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Il corrispettivo dell’operazione è di 2,75 milioni di euro ed è in linea con la strategia proposta dall’azienda negli ultimi anni.
Diversi titoli hanno, invece, perso valore. Tra questi troviamo Seri Industrial (-14,4%), Esi (-8,4%), Alerion Clean Power (-8,2%) e Ecosuntek (-3,5%). Dopo l’exploit di ottobre, le prese di beneficio stanno riducendo la quotazione di Seri Industrial, uno dei titoli più volatili dell’indice. Integra S.r.l., socio di maggioranza di Esi, ha ceduto quote ad un primario fondo istituzionale per un controvalore di poco inferiore ai 600.000 euro. L’azienda ha anche negoziato un accordo con un istituto di credito per un finanziamento da 5,7 milioni di euro. I fondi saranno utilizzati per realizzare sei impianti fotovoltaici in Italia in qualità di EPC, per un valore di 25,3 milioni di euro. Frenato dalle tendenze dei mercati finanziari a livello globale, il comparto delle rinnovabili rimane abbastanza incerto sui mercati mobiliari. Le forti tensioni geopolitiche, la complessità del quadro attuale e le ripercussioni energetiche di un eventuale conflitto in Ucraina non hanno fatto altro che ridurre le possibilità di crescita del settore in questo inizio di 2022.