Il settore elettrico italiano, quale market design?

Negli ultimi anni l’industria elettrica in Italia e in Europa ha vissuto un rapido e profondo cambiamento, che ne ha influenzato la struttura e le logiche competitive. La trasformazione è il risultato di una molteplicità di fattori concorrenti, quali:

  • il calo della domanda di elettricità dovuto alla recessione economica;
  • l’evidente condizione di overcapacity;
  • il cambio di mix produttivo spinto dalla veloce crescita delle rinnovabili;
  • il calo dei costi delle tecnologie fotovoltaiche ed eoliche;
  • il mutamento degli scenari dell’industria dei combustibili fossili.

Ne risulta un cambiamento, rapido e tuttora in corso, della struttura stessa del settore, anche con l’affacciarsi di nuovi player e di investitori, e delle dinamiche dei mercati elettrici. In questo scenario, le incertezze nella politica energetica italiana hanno determinato l’emergere di scompensi nell’assetto del mercato, con pesanti ripercussioni sulla sostenibilità di alcuni investimenti e sul funzionamento dell’intero sistema elettrico.

Lo studio “Il settore elettrico italiano, quale market design?”, dopo aver esaminato lo stato del mercato elettrico italiano, dell’evoluzione delle fonti rinnovabili (FER) e delle prospettive di riforma in corso, ha sviluppato cinque temi principali:

  • la priorità di dispacciamento, in Italia ed a livello internazionale;
  • i meccanismi e i modelli di capacity market, alla luce della situazione, attuale e futura, di adeguatezza del sistema elettrico;
  • il ruolo e gli effetti delle FER sui mercati elettrici, analizzando le principali key issues: impatti sul pricing, effetti sul dispacciamento, regolazione degli sbilanciamenti, ipotesi di prezzi negativi, sistema dei prezzi nodali, contratti di lungo periodo, scambi con l’estero;
  • la partecipazione delle fonti rinnovabili non programmabili (FRNP) ai servizi di rete, valutandone fattibilità, potenzialità ed economics;
  • le possibili direzioni di revisione del sistema, attraverso il disegno di ipotetici scenari evolutivi.