Irex Index mensile

Althesys, in partnership con Staffetta Quotidiana ed e-gazette fornisce un aggiornamento mensile sull’andamento delle pure renewable tracciate dall’Irex Index.

Ecco l’edizione pubblicata il 16 maggio 2025.

La primavera spinge l’IREX: nuovo rialzo ad aprile

Continua la risalita dell’indice IREX, che dopo il crollo del -18,3% registrato a febbraio e il rimbalzo dell’11,2% a marzo, segna ad aprile un +16,5%, chiudendo a 18.841 punti. Tuttavia, questo recupero non è ancora sufficiente a riportarlo ai livelli di gennaio, rimanendo inferiore del 3%.

Nel mese di aprile 2025, i principali listini azionari europei hanno mostrato una tenuta moderata: il DAX ha registrato un incremento dell’1,5%, l’IBEX dell’1,2%, mentre il CAC ha segnato un lieve calo dello 0,3%. In controtendenza, le commodity energetiche hanno evidenziato significative flessioni: il Brent è sceso del 15,5%, il gas TTF del 21,1% e il PUN del 17,2%.

Le performance delle small-mid cap italiane attive nel settore delle rinnovabili mostrano andamenti eterogenei, condizionati da eventi societari specifici. Seri Industrial registra la crescita più marcata (+26,2%) grazie all’annuncio di un finanziamento da 150 milioni per l’espansione della gigafactory Teverola 2. Alerion chiude con un +17,2%, sostenuta dalla conferma della guidance 2025 e dall’approvazione di un dividendo pari a 0,61 €/azione. In calo Iniziative Bresciane (-6,1%), nonostante l’emissione di un minibond da 5 milioni e la distribuzione di un dividendo in azioni, penalizzata probabilmente da prese di profitto o dalla prudenza del mercato. Peggior risultato per EEMS (-11,6%), che ha posticipato l’approvazione del bilancio 2024, aumentando l’incertezza tra gli investitori. Il mercato ha quindi premiato le società con strategie industriali chiare e in fase di sviluppo, penalizzando quelle con visibilità limitata o segnali di instabilità.

Nel 2025, l’economia globale ha subito un rallentamento a causa dell’inasprirsi delle tensioni commerciali, con l’introduzione di dazi statunitensi generalizzati e conseguenti misure di ritorsione. Le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso, con forti incertezze che gravano su investimenti e scambi internazionali e l’inflazione globale che resta elevata.

Le economie avanzate sono tra le più penalizzate: la crescita è prevista all’1,4% nel 2025 e all’1,5% nel 2026 (fonte: FMI). Gli Stati Uniti, protagonisti del conflitto tariffario, dimezzano la propria crescita rispetto al 2024, con un +1,8% nel 2025 e +1,7% nel 2026. Le cause principali sono l’incertezza politica, la frenata della domanda interna e l’impatto sul commercio. In Cina, la crescita si attesta al 4% sia nel 2025 che nel 2026, ben al di sotto dei livelli pre-pandemia, a causa delle barriere commerciali statunitensi e dell’incertezza globale.

Nell’Eurozona la crescita si mantiene debole, con un +0,8% nel 2025 e un lieve miglioramento all’1,2% nel 2026. La Germania, fortemente esposta all’export, registra una crescita nulla nel 2025 e un modesto +0,9% nel 2026. La Francia tiene un passo leggermente migliore (+1,0% in entrambi gli anni), mentre la Spagna si distingue con una dinamica più sostenuta (+2,5% nel 2025 e +1,8% nel 2026), favorita da una minore esposizione diretta alle tensioni tariffarie.

Nel primo trimestre 2025, il PIL italiano è cresciuto dello 0,3% su base congiunturale e dello 0,6% su base tendenziale, sostenuto in particolare dai settori agricolo e industriale. Per l’intero anno, il FMI prevede una crescita dello 0,4%, destinata a raddoppiare nel 2026. L’occupazione è aumentata dello 0,9%, con miglioramenti diffusi per età e tipologie contrattuali. L’inflazione armonizzata si è attestata al 2,1%, stabile rispetto al mese precedente, mentre il clima di fiducia di imprese e consumatori resta in calo.

In Italia, il settore delle energie rinnovabili continua a rappresentare una delle componenti più dinamiche dell’economia, pur operando in un quadro ancora segnato da incertezze regolatorie e finanziarie. L’elemento di maggiore rilievo del mese è la pubblicazione da parte di ARERA del DCO sul premio massimo del MACSE, il meccanismo di supporto agli accumuli energetici.

Sul fronte degli incentivi alle rinnovabili, non si registrano invece progressi rilevanti riguardo al decreto FER X. La versione transitoria prevede una sola asta nel corso del 2025, ma suscita diverse perplessità tra gli operatori, a causa di prezzi ritenuti troppo bassi, tali da scoraggiare la piena partecipazione, malgrado l’alto numero di progetti già autorizzati o prossimi all’autorizzazione. Nonostante tali criticità, i dati strutturali del comparto confermano uno slancio significativo. Secondo l’Irex Annual Report 2025, l’ultimo anno ha segnato un’accelerazione delle operazioni in Italia, con 1.834 transazioni (+55% rispetto al 2023), una capacità salita a 81,6 GW e un valore di 121 miliardi di euro. In questo quadro, la recente ripresa dell’indice Irex evidenzia un cauto ritorno di fiducia da parte degli investitori.